The Art Room by Samsung
La storia dell’arte è una lunga sequenza di innovazioni tecniche grazie alle quali gli artisti hanno continuato ad immaginare mondi nuovi. Oggi le tecnologie digitali consentono di sviluppare ulteriormente i linguaggi artistici e di renderne più accessibile la fruizione.
Così The Art Room by Samsung porta l’arte contemporanea nella vita quotidiana delle persone e, allo stesso tempo, offre piattaforme e strumenti inediti agli artisti grazie all’uso creativo dell'ecosistema tecnologico Samsung sia come strumento che come supporto dell’opera.
Per questo progetto, sei giovani artisti italiani hanno realizzato altrettante opere su commissione di Samsung utilizzando gli smartphone Samsung Galaxy S21 Ultra 5G e i tablet Samsung Galaxy Tab S7+. Forme d’arte sperimentali che entrano nelle case delle persone grazie all’Art Store, galleria artistica dei Lifestyle TV Samsung The Frame.
“Do What You Can’t”, claim globale di Samsung, diventa in questo progetto curatoriale il punto di partenza per esplorare nuove frontiere dove i linguaggi dell’arte si rinnovano insieme alle modalità di fruizione delle opere,
creando una connessione col pubblico finora inimmaginabile.
Mostra The Art Room by Samsung
Scopri le opere d'arte della nostra collezione digitale
Looking for a Self-Portrait (2021)
Filippo Bisagni
Fotografia e tecnica mista digitale
Colori fluo, tramonti da cartolina, sculture fluttuanti. L'estetica digitale dell'autoritratto “in progress” di Bisagni è giocosa (playful) e seducente, a metà tra un videogame e un rebus.
ll selfie, tipico dispositivo di ostentazione sui social media, viene qui letteralmente destrutturato -insieme al corpo stesso dell'artista- per diventare uno strumento di introspezione, un'occasione di auto-analisi.
Sulla volontà di fare il proprio autoritratto aleggia la consapevolezza della difficoltà a definire una identità che si fa sempre più fluida e, allo stesso tempo, sempre più identificata con altri individui che attraversano analoghi quesiti identitari.
Grazie all'ausilio dello smartphone Galaxy S21 Ultra 5G, l'artista ha intrapreso lo sforzo di realizzare un autoritratto che, in fondo, può essere letto anche come il tentativo di ritrarre i desideri e i bisogni nuovi di una generazione.
Artificial Arcadia (2021)
Barbara De Vivi
Collage digitale
Ragazze perfette che abitano mondi perfetti, ieri come oggi. Dalle Ninfe della mitologia alle influencers: i social media e la pubblicità attualizzano la narrazione di una giovinezza eterna e seducente che pervade l’immaginario estetico contemporaneo.
Mescolando con sapienza compositiva, e con l’ausilio delle tecnologie dello smartphone Galaxy S21 Ultra 5G, frammenti di opere d’arte, da Giorgione a Friedrich, fotografie di moda e immagini prese dai social, De Vivi compone un grande paesaggio animato da moderne ninfe che è anche un affresco generazionale dei Millennials come lei e della Generazione Z.
L’opera, inoltre, offre una riflessione sulla natura perfetta di un passato idealizzato (l’Arcadia) ed è, allo stesso tempo, la prefigurazione di un paesaggio artificiale del futuro, tra nostalgia e speranza.
Natura morta con stella cadente (2021)
Alessandro Fogo
Pittura digitale
La natura morta, uno dei temi principali della storia della pittura occidentale, viene rivisitato dall’artista grazie alle possibilità delle tecnologie digitali. Fogo impagina dei frutti, che fotografa e ridipinge con lo smartphone Galaxy S21 Ultra 5G, insieme allo sfolgorio di una stella cadente che crea un intenso effetto di controluce e immerge la composizione in una penombra giocata su tonalità viola e blu. Elementi naturali che non potrebbero coesistere, se non per un istante, convivono per sempre in questo quadro digitale dove il segno e il colore riprendono, e insieme reinventano, i codici della pittura tradizionale. Nella composizione emerge anche la sagoma di un serpente che sembra avvolgere gli altri oggetti, tra cui si staglia un brillantissimo uovo d’oro: due elementi che rendono l’opera ancora più evocativa caricandola di significati simbolici arcani.
HEY YOU! (2021)
Ozmo
Tecnica mista digitale
Fin dal titolo l’opera, realizzata con il tablet Galaxy Tab S7+, si rivolge direttamente allo spettatore, intimandolo a considerare che cosa stia guardando. I nostri device, capaci di dialogare fra loro e con interfacce sempre più umanizzate, sono interlocutori accomodanti e disponibili. Ma se la tecnologia potesse prendere l’iniziativa? L’artista se la immagina imperiosa ed ironica, capace di spingerci a riconsiderare il mondo e noi stessi.
La tecnologia, supporto e tramite dell’opera, viene raffigurata come una Sacra Trinità, evocata dalla composizione piramidale, in cui, oltre alla bocca che ci parla, c’è il grande occhio “che tutto vede” e che allude, oltre che alla divina provvidenza, al Grande Fratello di Orwelliana memoria. Una visione mistica e informata dell’Intelligenza Artificiale che, attraverso l'oscurità, ci guida verso una nuova consapevolezza.
Unlocked (2021)
Caterina Rossato
Collage digitale
Montagne e ghiacciai, satelliti spaziali e fari, nuvole e stelle. Ma anche immagini segrete che solo l’occhio che si spinge oltre la superficie può cogliere. Uno spazio mentale di libertà cui l’artista, dopo l’emergenza pandemica e l’isolamento dei lockdown, decide di dare corpo per farlo abitare anche dagli spettatori, all’insegna di una connessione sostenibile tra gli esseri umani.
Questo collage digitale è una sintesi onirica, realizzata con Galaxy Tab S7+, di elementi naturali e di strumenti tecnologici, di foto scattate da lei e di immagini trovate nel web, che trasfigura la nostra contemporaneità ipervisiva in una dimensione atemporale assoluta dove tutto è possibile, grazie al potere dell’immaginazione.
Rossato fa riferimento alla frase “a perdita d’occhio” perché evoca un orizzonte inarrivabile ma, allo stesso tempo, anche il desiderio di non smettere di spingersi oltre, e non solo con lo sguardo.
Di vedetta (2021)
Marta Spagnoli
Disegno digitale
Gesti che diventano segni che delineano, quasi istintivamente, forme organiche e astratte; frammenti umani, vegetali e animali che, distribuiti sulla superficie pittorica in modo impari, creano composizioni dinamiche.
Spagnoli porta la sua pittura rarefatta e ritmata in una dimensione tutta digitale, usando lo schermo del tablet Galaxy Tab S7+ al posto della tela e la S Pen invece del pennello; ma ne mantiene intatte, e umane, la manualità e la fisicità, - anche simulando intorno a certe configurazioni gli aloni del colore ad olio che si espande sulla carta.
Il titolo dell’opera si riferisce alla figura sulla destra della composizione: una sorta di guardiano solitario, in contrasto con gli altri elementi ravvicinati, che ci introduce ad una narrazione in continua metamorfosi.
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Looking for a Self-Portrait (2021)
Filippo Bisagni
Fotografia e tecnica mista digitale
Colori fluo, tramonti da cartolina, sculture fluttuanti. L'estetica digitale dell'autoritratto “in progress” di Bisagni è giocosa (playful) e seducente, a metà tra un videogame e un rebus.
ll selfie, tipico dispositivo di ostentazione sui social media, viene qui letteralmente destrutturato -insieme al corpo stesso dell'artista- per diventare uno strumento di introspezione, un'occasione di auto-analisi.
Sulla volontà di fare il proprio autoritratto aleggia la consapevolezza della difficoltà a definire una identità che si fa sempre più fluida e, allo stesso tempo, sempre più identificata con altri individui che attraversano analoghi quesiti identitari.
Grazie all'ausilio dello smartphone Galaxy S21 Ultra 5G, l'artista ha intrapreso lo sforzo di realizzare un autoritratto che, in fondo, può essere letto anche come il tentativo di ritrarre i desideri e i bisogni nuovi di una generazione. -
Artificial Arcadia (2021)
Barbara De Vivi
Collage digitale
Ragazze perfette che abitano mondi perfetti, ieri come oggi. Dalle Ninfe della mitologia alle influencers: i social media e la pubblicità attualizzano la narrazione di una giovinezza eterna e seducente che pervade l’immaginario estetico contemporaneo.
Mescolando con sapienza compositiva, e con l’ausilio delle tecnologie dello smartphone Galaxy S21 Ultra 5G, frammenti di opere d’arte, da Giorgione a Friedrich, fotografie di moda e immagini prese dai social, De Vivi compone un grande paesaggio animato da moderne ninfe che è anche un affresco generazionale dei Millennials come lei e della Generazione Z.
L’opera, inoltre, offre una riflessione sulla natura perfetta di un passato idealizzato (l’Arcadia) ed è, allo stesso tempo, la prefigurazione di un paesaggio artificiale del futuro, tra nostalgia e speranza. -
Natura morta con stella cadente (2021)
Alessandro Fogo
Pittura digitale
La natura morta, uno dei temi principali della storia della pittura occidentale, viene rivisitato dall’artista grazie alle possibilità delle tecnologie digitali. Fogo impagina dei frutti, che fotografa e ridipinge con lo smartphone Galaxy S21 Ultra 5G, insieme allo sfolgorio di una stella cadente che crea un intenso effetto di controluce e immerge la composizione in una penombra giocata su tonalità viola e blu. Elementi naturali che non potrebbero coesistere, se non per un istante, convivono per sempre in questo quadro digitale dove il segno e il colore riprendono, e insieme reinventano, i codici della pittura tradizionale. Nella composizione emerge anche la sagoma di un serpente che sembra avvolgere gli altri oggetti, tra cui si staglia un brillantissimo uovo d’oro: due elementi che rendono l’opera ancora più evocativa caricandola di significati simbolici arcani. -
HEY YOU! (2021)
Ozmo
Tecnica mista digitale
Fin dal titolo l’opera, realizzata con il tablet Galaxy Tab S7+, si rivolge direttamente allo spettatore, intimandolo a considerare che cosa stia guardando. I nostri device, capaci di dialogare fra loro e con interfacce sempre più umanizzate, sono interlocutori accomodanti e disponibili. Ma se la tecnologia potesse prendere l’iniziativa? L’artista se la immagina imperiosa ed ironica, capace di spingerci a riconsiderare il mondo e noi stessi.
La tecnologia, supporto e tramite dell’opera, viene raffigurata come una Sacra Trinità, evocata dalla composizione piramidale, in cui, oltre alla bocca che ci parla, c’è il grande occhio “che tutto vede” e che allude, oltre che alla divina provvidenza, al Grande Fratello di Orwelliana memoria. Una visione mistica e informata dell’Intelligenza Artificiale che, attraverso l'oscurità, ci guida verso una nuova consapevolezza. -
Unlocked (2021)
Caterina Rossato
Collage digitale
Montagne e ghiacciai, satelliti spaziali e fari, nuvole e stelle. Ma anche immagini segrete che solo l’occhio che si spinge oltre la superficie può cogliere. Uno spazio mentale di libertà cui l’artista, dopo l’emergenza pandemica e l’isolamento dei lockdown, decide di dare corpo per farlo abitare anche dagli spettatori, all’insegna di una connessione sostenibile tra gli esseri umani.
Questo collage digitale è una sintesi onirica, realizzata con Galaxy Tab S7+, di elementi naturali e di strumenti tecnologici, di foto scattate da lei e di immagini trovate nel web, che trasfigura la nostra contemporaneità ipervisiva in una dimensione atemporale assoluta dove tutto è possibile, grazie al potere dell’immaginazione.
Rossato fa riferimento alla frase “a perdita d’occhio” perché evoca un orizzonte inarrivabile ma, allo stesso tempo, anche il desiderio di non smettere di spingersi oltre, e non solo con lo sguardo. -
Di vedetta (2021)
Marta Spagnoli
Disegno digitale
Gesti che diventano segni che delineano, quasi istintivamente, forme organiche e astratte; frammenti umani, vegetali e animali che, distribuiti sulla superficie pittorica in modo impari, creano composizioni dinamiche.
Spagnoli porta la sua pittura rarefatta e ritmata in una dimensione tutta digitale, usando lo schermo del tablet Galaxy Tab S7+ al posto della tela e la S Pen invece del pennello; ma ne mantiene intatte, e umane, la manualità e la fisicità, - anche simulando intorno a certe configurazioni gli aloni del colore ad olio che si espande sulla carta.
Il titolo dell’opera si riferisce alla figura sulla destra della composizione: una sorta di guardiano solitario, in contrasto con gli altri elementi ravvicinati, che ci introduce ad una narrazione in continua metamorfosi.
Guarda le opere in 4K su The Frame
Attraverso il suo punto di osservazione privilegiato la curatrice del progetto, Caroline Corbetta, che si è distinta nel tempo per il suo impegno nello scouting di talenti e nella loro valorizzazione presso il grande pubblico, ha selezionato i sei giovani artisti, le cui opere - ispirate a valori di Samsung come sostenibilità, innovazione e connected living – entrano, proprio come se si trattasse di una vera e propria mostra, nella galleria digitale di The Frame.
Scopri di più
Caroline Corbetta
Curatrice The Art Room by Samsung
Caroline Corbetta, nata a Milano, è curatrice d’arte contemporanea, autrice e giornalista culturale.
Ha ideato e dirige @ilCrepaccio, vetrina espositiva sperimentale diventata nel 2017 una "kunsthalle digitale" su Instagram.
La sua pratica è focalizzata sulla valorizzazione di talenti emergenti, sul crossover tra diverse discipline e sulla diffusione dell’arte ad un pubblico più ampio possibile anche attraverso l'ideazione di nuovi formati espositivi.
Ha curato mostre per istituzioni internazionali come Moderna Museet, Stoccolma e Performa New York e i suoi scritti sono pubblicati in svariati cataloghi e riviste tra cui Domus e Vogue Italia.
Nel 2014 ha diretto la programmazione di Expo Gate, il padiglione che anticipava Expo Milano 2015. È membro del consiglio direttivo del Museo della Permanente di Milano.
Conosci gli artisti di
The Art Room by Samsung
Filippo Bisagni (1989)
Vive e lavora a Milano. Nel 2010 si laurea in Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Milano. Successivamente ottiene la laurea specialistica in Arti visive e studi curatoriali presso NABA, Milano e frequenta il programma Erasmus presso la Falmouth University (UK).
La sua ricerca, che indaga la relazione tra immagini digitali e realtà fisica, si traduce nel restituire una dimensione fisica alle immagini virtuali, donando loro uno stato di concretezza all’interno delle dinamiche della realtà.
Tra le sue mostre principali: Vivere di paesaggio, Apalazzo Gallery (Brescia, 2021); Space invasion II, Fabienne Levy (Losanna, 2021); Stonewall Inn, Circolo dei Lettori di Torino (2019); That’s IT!, MAMbo di Bologna (2018); Shooting gallery, Il Crepaccio, Milano, (2014); Homeostasis is not enough, Viafarini Docva, Milano (2013). Nel 2012 partecipa al progetto AND... AND... AND all'interno di DOCUMENTA 13.
Nel 2015 viene selezionato per la residenza d'artista della Fondazione Spinola Banna e nel 2020 per il Master Arts visuels - European Art Ensemble presso Écal – Ecole cantonale d'art de Lausanne.
Barbara De Vivi (1992)
Vive e lavora tra Venezia e Newcastle (UK) dal 2020 dove ha avuto uno studio presso Breeze Creatives e, successivamente, Baltic 39. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2018, dopo aver preso parte al progetto Erasmus+ studiando all’Universidad Complutense di Madrid.
Mettendo in relazione motivi iconografici tradizionali con temi personali e un immaginario estetico contemporaneo, De Vivi delinea sulla tela racconti che si mantengono aperti all’interpretazione nella compresenza di segni e significati eterogenei.
Ha partecipato a diverse mostre tra cui Snap Trap, Palazzo Merulana (Roma, 2021), Le danses nocturnes (Entrevaux, Francia, 2021) Regarding Venice, Galleria Poggiali (Milano, 2021), Danae Revisited, Fondazione Fabbri (Pieve di Soligo, 2021).
Nel 2017 ottiene uno studio d’artista presso la Fondazione Bevilacqua La Masa e il Premio Combat, nel 2018 vince il Premio Euromobil Under 30.
Alessandro Fogo (1992)
Vive e lavora a S. Benedetto del Tronto (AP).
Nel 2017 ottiene un Master in pittura presso la Royal Academy of Fine Arts di Anversa, in Belgio, in seguito alla laurea triennale presso lo IUAV Arti visive di Venezia.
La sua ricerca pittorica si concentra principalmente sugli oggetti che, estrapolati dal loro contesto abituale, generano un’ambiguità che può, a sua volta, dare luogo a nuove narrazioni.
Tra le principali mostre in Italia e all’estero: Alla luce del sole, un attimo prima di spegnersi, Galleria Annarumma (Napoli, 2021); Domani Qui Oggi, Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni (Roma, 2020); If on a winter’s night a traveller, Mamoth Gallery (Londra, 2020); Immersione Libera, progetto di Galleria Continua, Bagni Misteriosi, (Milano, 2019).
Nel 2018 vince il primo premio nella sezione pittura di ArteLagunaPrize di Venezia e nel 2019 vince il primo premio nella sezione pittura del Premio Combat di Livorno.
OZMO (1975)
Vive e lavora tra Parigi e l’Italia.
Presente già dagli anni '90 nell'underground del writing/graffiti italiani, nel 2001 si sposta a Milano esponendo in gallerie col suo nome di battesimo e intervenendo nello spazio pubblico con la sua Tag - Ozmo- gettando le basi per quella che sarebbe diventata la Street art italiana, di cui è stato uno dei pionieri.
I suoi interventi sono caratterizzati da un immaginario carico di simboli che spaziano dalla storia dell’arte alla la cultura pop passando per il linguaggio pubblicitario e l’illustrazione enciclopedica.
Tra le mostre italiane: Con Altri Occhi, Palazzo della Ragione (Milano, 2005), Street Art Sweet Art, Pac (Milano, 2007), Palazzo Reale (Milano, 2007) e, entrambe nel 2012, la personale Pre Giudizio Universale, al Museo del Novecento di Milano e la realizzazione dell'opera monumentale Voi Valete Più di Molti Passeri visibile dalla terrazza del Museo di Arte Contemporanea di Roma.
Nel 2021 partecipa alla Biennale di Venezia di Architettura con un’installazione nel Padiglione Italia.
Caterina Rossato (1980)
Vive e lavora a Bassano del Grappa (VI).
Nel 2010 ha ottenuto la Laurea Magistrale in Progettazione e Produzione delle Arti Visive presso l’Università I.U.A.V. di Venezia, dove nel 2015 ha conseguito il Master di secondo livello in Interactive Arts, for Architecture, Performing and Visual Arts.
La sua ricerca indaga le molteplici varianti con cui la realtà può manifestarsi e cerca di racchiuderle tutte in un’unica immagine che, come in un sogno lucido, può essere attraversata a perdita d’occhio restituendo una delle possibili combinazioni.
Ha partecipato a mostre collettive tra cui: Street Geography, Lungo Argine Bacchiglione, Installazione pubblica, (Padova, 2018); Walking Arte in Cammino, Torre Reytembergher (Tolmezzo e Pal Piccolo, 2016); Un’idea brillante, Frise Künstlerhau (Amburgo, 2014); Padiglione Crepaccio at Yoox.com, Ca' Soranzo (Venezia, 2013); BYTS‘s- HERTOGENBOSCH, Stedelijk Museum (’S-Hertogenbosch, 2011).
Marta Spagnoli (1994)
Vive e lavora a Venezia, dove nel 2020 ha conseguito il diploma specialistico in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti.
La sua ricerca si basa prevalentemente su una pratica pittorica in bilico tra rappresentazione e astrazione. Forme umane, naturali e vegetali sembrano scomparire e riaffiorare dinamicamente sulla superficie della tela. Questa sovrapposizione di frammenti figurali di origine varia crea una scrittura di trame e narrazioni in continua mutazione.
Tra le principali esposizioni, le mostre personali Earthly Body, Galleria Continua (Les Moulins, 2021), Crossing Points, @ilCrepaccio Instagram Show (2021), Whiteout,
Galleria Continua, (San Gimignano, 2020); Felicia Munera, Una boccata d’arte, (Ronciglione, 2020) e le collettive Truc à faire, Galleria Continua, (Parigi, 2021); Italian Twist, Gallerie delle Prigioni, (Treviso, 2021); Libere Tutte, Casa Testori, (Milano, 2019); Immersione Libera, Palazzina dei Bagni Misteriosi, (Milano, 2019).
Nel 2019 ha vinto il primo premio Artissima for Vinitaly e il secondo premio ex aequo nella 102ma Collettiva giovani artisti Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia.
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Filippo Bisagni (1989)
Vive e lavora a Milano. Nel 2010 si laurea in Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Milano. Successivamente ottiene la laurea specialistica in Arti visive e studi curatoriali presso NABA, Milano e frequenta il programma Erasmus presso la Falmouth University (UK).
La sua ricerca, che indaga la relazione tra immagini digitali e realtà fisica, si traduce nel restituire una dimensione fisica alle immagini virtuali, donando loro uno stato di concretezza all’interno delle dinamiche della realtà.
Tra le sue mostre principali: Vivere di paesaggio, Apalazzo Gallery (Brescia, 2021); Space invasion II, Fabienne Levy (Losanna, 2021); Stonewall Inn, Circolo dei Lettori di Torino (2019); That’s IT!, MAMbo di Bologna (2018); Shooting gallery, Il Crepaccio, Milano, (2014); Homeostasis is not enough, Viafarini Docva, Milano (2013). Nel 2012 partecipa al progetto AND... AND... AND all'interno di DOCUMENTA 13.
Nel 2015 viene selezionato per la residenza d'artista della Fondazione Spinola Banna e nel 2020 per il Master Arts visuels - European Art Ensemble presso Écal – Ecole cantonale d'art de Lausanne. -
Barbara De Vivi (1992)
Vive e lavora tra Venezia e Newcastle (UK) dal 2020 dove ha avuto uno studio presso Breeze Creatives e, successivamente, Baltic 39. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2018, dopo aver preso parte al progetto Erasmus+ studiando all’Universidad Complutense di Madrid.
Mettendo in relazione motivi iconografici tradizionali con temi personali e un immaginario estetico contemporaneo, De Vivi delinea sulla tela racconti che si mantengono aperti all’interpretazione nella compresenza di segni e significati eterogenei.
Ha partecipato a diverse mostre tra cui Snap Trap, Palazzo Merulana (Roma, 2021), Le danses nocturnes (Entrevaux, Francia, 2021) Regarding Venice, Galleria Poggiali (Milano, 2021), Danae Revisited, Fondazione Fabbri (Pieve di Soligo, 2021).
Nel 2017 ottiene uno studio d’artista presso la Fondazione Bevilacqua La Masa e il Premio Combat, nel 2018 vince il Premio Euromobil Under 30. -
Alessandro Fogo (1992)
Vive e lavora a S. Benedetto del Tronto (AP).
Nel 2017 ottiene un Master in pittura presso la Royal Academy of Fine Arts di Anversa, in Belgio, in seguito alla laurea triennale presso lo IUAV Arti visive di Venezia.
La sua ricerca pittorica si concentra principalmente sugli oggetti che, estrapolati dal loro contesto abituale, generano un’ambiguità che può, a sua volta, dare luogo a nuove narrazioni.
Tra le principali mostre in Italia e all’estero: Alla luce del sole, un attimo prima di spegnersi, Galleria Annarumma (Napoli, 2021); Domani Qui Oggi, Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni (Roma, 2020); If on a winter’s night a traveller, Mamoth Gallery (Londra, 2020); Immersione Libera, progetto di Galleria Continua, Bagni Misteriosi, (Milano, 2019).
Nel 2018 vince il primo premio nella sezione pittura di ArteLagunaPrize di Venezia e nel 2019 vince il primo premio nella sezione pittura del Premio Combat di Livorno. -
OZMO (1975)
Vive e lavora tra Parigi e l’Italia.
Presente già dagli anni '90 nell'underground del writing/graffiti italiani, nel 2001 si sposta a Milano esponendo in gallerie col suo nome di battesimo e intervenendo nello spazio pubblico con la sua Tag - Ozmo- gettando le basi per quella che sarebbe diventata la Street art italiana, di cui è stato uno dei pionieri.
I suoi interventi sono caratterizzati da un immaginario carico di simboli che spaziano dalla storia dell’arte alla la cultura pop passando per il linguaggio pubblicitario e l’illustrazione enciclopedica.
Tra le mostre italiane: Con Altri Occhi, Palazzo della Ragione (Milano, 2005), Street Art Sweet Art, Pac (Milano, 2007), Palazzo Reale (Milano, 2007) e, entrambe nel 2012, la personale Pre Giudizio Universale, al Museo del Novecento di Milano e la realizzazione dell'opera monumentale Voi Valete Più di Molti Passeri visibile dalla terrazza del Museo di Arte Contemporanea di Roma.
Nel 2021 partecipa alla Biennale di Venezia di Architettura con un’installazione nel Padiglione Italia. -
Caterina Rossato (1980)
Vive e lavora a Bassano del Grappa (VI).
Nel 2010 ha ottenuto la Laurea Magistrale in Progettazione e Produzione delle Arti Visive presso l’Università I.U.A.V. di Venezia, dove nel 2015 ha conseguito il Master di secondo livello in Interactive Arts, for Architecture, Performing and Visual Arts.
La sua ricerca indaga le molteplici varianti con cui la realtà può manifestarsi e cerca di racchiuderle tutte in un’unica immagine che, come in un sogno lucido, può essere attraversata a perdita d’occhio restituendo una delle possibili combinazioni.
Ha partecipato a mostre collettive tra cui: Street Geography, Lungo Argine Bacchiglione, Installazione pubblica, (Padova, 2018); Walking Arte in Cammino, Torre Reytembergher (Tolmezzo e Pal Piccolo, 2016); Un’idea brillante, Frise Künstlerhau (Amburgo, 2014); Padiglione Crepaccio at Yoox.com, Ca' Soranzo (Venezia, 2013); BYTS‘s- HERTOGENBOSCH, Stedelijk Museum (’S-Hertogenbosch, 2011). -
Marta Spagnoli (1994)
Vive e lavora a Venezia, dove nel 2020 ha conseguito il diploma specialistico in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti.
La sua ricerca si basa prevalentemente su una pratica pittorica in bilico tra rappresentazione e astrazione. Forme umane, naturali e vegetali sembrano scomparire e riaffiorare dinamicamente sulla superficie della tela. Questa sovrapposizione di frammenti figurali di origine varia crea una scrittura di trame e narrazioni in continua mutazione.
Tra le principali esposizioni, le mostre personali Earthly Body, Galleria Continua (Les Moulins, 2021), Crossing Points, @ilCrepaccio Instagram Show (2021), Whiteout,
Galleria Continua, (San Gimignano, 2020); Felicia Munera, Una boccata d’arte, (Ronciglione, 2020) e le collettive Truc à faire, Galleria Continua, (Parigi, 2021); Italian Twist, Gallerie delle Prigioni, (Treviso, 2021); Libere Tutte, Casa Testori, (Milano, 2019); Immersione Libera, Palazzina dei Bagni Misteriosi, (Milano, 2019).
Nel 2019 ha vinto il primo premio Artissima for Vinitaly e il secondo premio ex aequo nella 102ma Collettiva giovani artisti Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia.