L’ascesa del pop coreano
L’evoluzione del K-Pop, da show nazionale a fenomeno globale in soli trent’anni.
Caratterizzato da ipnotiche melodie pop, coreografie geometriche e da una riserva apparentemente infinita di talentuosi performer, il K-pop è diventato in breve tempo un fenomeno globale, con gruppi come i BTS a riempire gli stadi di tutto il mondo. Con oltre 100 miliardi di visualizzazioni su YouTube (esatto, miliardi) e centinaia di premi musicali internazionali, è ormai chiaro che il pop coreano non è una semplice meteora, quanto piuttosto una rivoluzione epocale nel panorama del pop mondiale.
Una storia dalle umili origini
Forse gran parte del pubblico avrà la sensazione che il K-pop sia venuto fuori dal nulla, ma la storia del pop coreano ha inizio nei lontani anni ’80, quando in Corea del Sud i talent show trasmessi sulle reti televisive nazionali acquistano popolarità. Grazie alla televisione, ogni settimana la nazione impara a conoscere nuovi gruppi musicali, la maggior parte dei quali eseguono ballate lente e canzoni pop in stile tradizionale. Con l’avvento degli anni ’90 però, il rap e l’hip-hop di stampo americano invadono in modo sempre più pervasivo la cultura sud-coreana, divenendo in seguito uno dei suoni distintivi del pop coreano come lo conosciamo oggi.
Immagine per gentile concessione di ione.net
La prima esibizione di K-pop: Seo Taiji and Boys
Tutto cambiò nel 1992, con il debutto dei Seo Taiji and Boys e del loro primo singolo, “Nan Arayo (I Know)”. La fusione di ritmi hip-hop e chitarre heavy metal, unite a melodie pop tradizionali e a coreografie perfettamente sincronizzate, resero celebre questo brano che passò alla storia come la prima hit di K-pop mai realizzata. E anche se non vinse il talent show del momento, “Nan Arayo” rimase in testa alle classifiche della Corea del Sud per un periodo record di 17 settimane, inaugurando l’avvento di una nuova generazione di performer sud-coreani.
Immagine per gentile concessione di Schoolboy/Universal Music Group
Psy diventa l’idolo di YouTube
Fino al 2012, il pop coreano compariva solo raramente sui media occidentali. Ma quando Psy se ne uscì con la hit “Gangnam Style”, il mondo non ci mise troppo ad accorgersene. Noto per il personalissimo mix di comicità e dance pop, il video di questa canzone divenne un fenomeno virale, tanto da restare al primo posto tra i video più visti di YouTube per i successivi cinque anni e raggiungendo oggi i circa 4 miliardi di visualizzazioni. Psy fa parte di un’intera generazione di giovani musicisti sud-coreani cresciuti nelle scuole musicali americane, e il suo successo ha segnato l’ingresso del K-pop sul mercato globale aprendo la strada a centinaia di future star.
Immagine per gentile concessione di Big Hit Labels
L’affermazione del K-pop
Nell’ultimo decennio, il pop coreano si affermato come movimento globale, grazie a band come i BTS che hanno fatto impazzire il web superando ogni record. I BTS hanno vinto più di 250 competizioni musicali su 359 nomination in tutto il mondo, e il video della hit “Dynamite” ha generato il numero più alto di visualizzazioni in 24 ore di qualsiasi altro nella storia di YouTube. Le BlackPink hanno da poco finito di girare il loro documentario, Light Up the Sky, che su Netflix ha già raccolto ampi consensi tra i fan di ogni latitudine per lo sguardo intimo con cui descrive lo star system del pop coreano. Facendola breve, il K-pop ha appena iniziato a fare sul serio, e promette di riservarci ancora tante sorprese.
Samsung x i BTS
Visti da molti come l’emblema della vertiginosa ascesa del K-pop sullo scenario internazionale, i BTS sono famosi per la loro capacità di rendere epico tutto ciò che fanno, proprio come Galaxy S20. Concepito nel caratteristico colore viola, che i fan dei BTS associano all'amore, e stracarico di sfondi e funzionalità esclusive, Galaxy S20 BTS Edition racchiude il meglio della tecnologia sud-coreana, unito al meglio della cultura di questo incredibile paese.